MAKEN
X n. 1
di "Q"
Hayashida
brossura+sovracop.,
b/n, 200 pagg
Planet
Manga - coll. Manga 2000
lire 6900
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"Le
nuove stelle del fumetto fantascientifico giapponese (…) non temono di
utilizzare sesso e
violenza, colpiscono il cervello, il cuore
e lo stomaco.
Viaggiando sull’astronave di
MANGA 2000
incontrerete nuovi mondi, non sempre
piacevoli.
A voi scegliere se salire a bordo…"
Davide
Castellazzi
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Da lettore
tento ancora la carta del numero 1. Così, nostalgico di mostri nagaiani
(e destinato a rimanere tale, ché la Dynamic non accenna a ristampare
i volumi di Devilman), mi capita tra le mani questa prima uscita di MAKEN
X, sulla cui prima pagina troneggia un orrido mostro. Planet Manga,
che contende a Star Comics la vetta delle classifiche dei manga più
venduti in Italia, ci offre questa confezione di lusso,con sovraccoperta
patinata. Nella presentazione si parla di manga tratto da un videogioco,
e subito mi maldispongo: l’unico manga tratto da un videogioco che ho letto
è Street Fighter e non m’è piaciuto punto. |
Comunque il
manga l’ho pagato e lo leggo. La prima cosa che mi colpisce sono i disegni
di Kiu “Q” Hayashida, così diversi dallo stile dei miei manga
preferiti (shonen, Matsumoto, Nagai…): segni durissimi e nervosi, taglienti,
spigolosi, molto cupi; un uso massiccio dei neri, disegni che sembrano
schizzi inchiostrati e ripassati velocemente (eppur ottimi, per la verità),
quasi “underground”. Disegni che mi ricordano ipotetici manga sadomaso
che non ho mai letto. Dimostrano però, questi disegni, una perizia
tecnica fuor di dubbio, segni interessanti che non lasciano indenne lo
sguardo, escono dai canoni |
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giapponesi
più noti in occidente pur rispettandone alcune regole stilistiche
di base. Per certe caratteristiche ipertecnologiche questo MAKEN X mi ha
ricordato ALITA, ma qui le atmosfere sono ancor più claustrofobiche
e, apparentemente, senza speranza. Insomma, il segno di Q Hayashida, autore
del manga e immagino promettente astro nascente della fantascienza disegnata
giapponese, affascina e colpisce a fondo. Protagonista principale della
storia è Kei Sagami, misteriosa sedicenne figlia unica del Direttore
del Centro Unitario per la Ricerca Scientifica di Kanazawa, Dottor Hiromitsu.
Proprio nel Centro Unitario è stato progettato il Maken –detto anche
Deus
Ex |
Machina-,
un’entità dall’aspetto terrificante, la cui energia è custodita
dentro una spada. Il Maken, costruito grazie a misteriosi finanziatori,
dovrebbe essere un innovativo espediente per sconfiggere le malattie mentali,
ma… “in sostanza è l’asso nella manica della razza umana per la
distruzione della cometa dell’Onnipotente”… In questo primo numero non
ci viene però fornita, ancora, alcuna informazione su questo Onnipotente
e la sua misteriosa cometa. Sappiamo però che il Maken vive e prospera
nelle/delle immagini mentali, delle quali si presume abbia un controllo
assoluto, anche se è stato “liberato” prima ancora di testarne l’effettiva
efficacia. La giovane Kei Sagami è l’unica in grado di maneggiare
questa temibile arma e dovrà, con l’aiuto di essa, ritrovare una
persona a lei cara. |
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Abbiamo anche
altri comprimari: il ricco sedicenne Kou Yamashiro, cui si affianca un
“Kou Demoniaco” di cui per ora non abbiamo informazioni; il Maestro hongkonghese
Lee Fei Chao, istruttore della predestinata Kei –un bel personaggio, Fei,
che però pare lasciarci troppo presto-; i ricercatori Ann Miller
e J.J. Jones; lo stesso padre di Kei. Compaiono inoltre potenti killers
(mostri? cyborgs?) che indossano inquietanti simboli nazisti o dell’ex
impero del male sovietico: uno di essi, l’orrido mostro che mi ha attratto
in prima pagina, il più cattivo, si |
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chiama Andrey
e sfoggia un colbacco dell’Armata Rossa. Nel manga non mancano, ne sono
anzi il piatto forte, le scene splatter: il sangue scorre a fiumi e la
morte è fattore presentissimo. Alcune, pochissime in verità,
scenette vagamente “comiche” –elemento evidentemente irrinunciabile per
la maggior parte dei |
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mangaka (o
viene loro imposto dalle case editrici?)- non solo non alleggeriscono
le cupissime atmosfere, ma contribuiscono anzi a rendere ancora più
tangibile l’effetto di straniamento e la claustrofobia distopica che l’intera
storia suscita. Probabilmente MAKEN X non diventerà uno dei miei
manga preferiti, ma cederò volentieri alla tentazione della curiosità,
e soprattutto al fascino dei disegni di Hayashida, e ne acquisterò
senz’altro almeno anche il secondo numero.
Orlando
Furioso
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